2014 – “Quale economia per quale benessere”

Relazione tra limiti ed economia

Speakers

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Ugo Bardi

Effetto Risorse (il problema)

Le risorse non sono infinite, ma non è tanto quello il problema quanto il fatto che i frutti dei rami più bassi sono stati già colti. In altre parole, abbiamo un problema di ritorni economici decrescenti dallo sfruttamento di tutte le risorse, in particolare quelle minerali. Questi ritorni decrescenti si manifestano con prezzi sempre più alti delle materie prime sui mercati. Gli effetti si stanno cominciando a sentire, in particolare sulle economie più deboli dei paesi trasformatori. In gran parte, la crisi italiana si può attribuire a questo effetto che, a lungo andare, è più importante (e sicuramente più intrattabile) di quello dei politici ladri e dei burocrati fannulloni. La situazione è destinata a peggiorare in un futuro non remoto in cui cominceremo a vedere il calo della produzione di tutte le materie prime. Si tratta di riconoscere questi fenomeni per non affrontarli impreparati.

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Pino Cotturri

Partecipazione e civismo civico

Sono molte le esperienze e le forme di partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. La sola partecipazione politica da tempo non soddisfa: sono in restrizione sia la partecipazione elettorale che quella alla vita associativa dei partiti. Per frenare la critica alla rappresentanza politica alcuni si richiamano al concetto, in uso in Inghilterra, di “democrazia deliberativa”, che valorizza il dibattito pubblico, come elemento che influisce e migliora le decisioni degli eletti. Resta il limite che in nessuna pratica si sono raggiunti vincoli convincenti all’arbitrio dei decisori: al massimo, in certi casi, le istituzioni che non recepiscono indicazioni dal dibattito devono motivare. Più interessante il moltiplicarsi in tutti i paesi avanzati di forme di “democrazia partecipativa”, che in taluni casi assegnano a comitati di cittadini (in materia di energia, o bioetiche) il potere decisionale. Ma il limite di queste sta nel fatto che rimangono esperienze di élite, mentre l’aspirazione di questi tentativi sarebbe quella di promuovere la mobilitazione di larghe forze estranee alla politica come professione. Si distingue la forma detta “cittadinanza attiva”, recepita nel 2001 dalla Costituzione italiana (ma ancora fortemente misconosciuta), che riconosce a cittadini anche singoli e a gruppi minoritari di operare per interessi generali, con l’effetto di vincolare le istituzioni a politiche di sostegno. In questo modo si realizza una partecipazione diffusa alle politiche sociali, del territorio, ecc. E’ partecipazione al governo, non alle decisioni formali.

Beni comuni e sussidiarietà

La discussione sui beni comuni è recente. Si vuol dire con essi che beni privati e pubblici dovrebbero subire limitazioni nell’uso, nell’interesse della comunità a goderne e trasmetterli alle nuove generazioni. Il tema non è irrilevante per l’economia: si registra qui uno spostamento dal dominio del valore di scambio (che riduce tutto al mercato) alla percezione del valore d’uso, che appunto si vuole aperto a comunità e ipotizza politiche di inclusione e tutele collettive. L’argomento trattato nel primo tema qui mostra un riflesso pratico: la sussidiarietà tra cittadini e istituzioni è un nuovo indirizzo di amministrazione e governo, che produce e cura beni comuni e li preserva per una società futura migliore.

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J. Daniel Dahm

Il legame intrinseco tra economia ed ecologia. (Termini di base e principi di sostenibilità nelle sue dimensioni interdisciplinari)

Le interrelazioni in – tra biogeosfere e antroposfera sono di grande rilevanza per capire e per cambiare l’attuale processo di distruzione della vita e dello sviluppo umano sulla Terra. La materia ed i cicli energetici sono inseparabilmente legati insieme con le culture umane e fondamenti sociali – con i significati e le strutture simboliche attraverso le tradizioni umane e i sistemi di credenze. Ecologia ed economia provengono dalla stessa radice etimologica, ma lo sviluppo industriale e l’ascesa dei mercati finanziari, seguita dalla ossessione della continua crescita, ci suggeriscono che essi sono contraddittori.

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Trasformazioni strategiche verso la sostenibilità. (Pre-condizioni e vincoli sulla strada verso una rivoluzione industriale verde)

Per un vero cambiamento verso una società sostenibile e resiliente il corso culturale deve essere ridisegnato e il diritto di innovare il quadro politico deve essere stabilito. Ciò richiede nuove politiche di ordine, un nuovo campo di gioco sostenibile e un ambiente competitivo che non consenta l’esternalizzazione dei costi ecologici.

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giulio meiattini

Giulio Meiattini

Benessere e bene-essere

L’agognato benessere, così come si è configurato nella nostra cultura occidentale soprattutto dal secondo dopoguerra in poi, ha paradossalmente condotto ad un generale malessere, psicologico oltre che economico. Si impone perciò l’esigenza di una “critica del benessere” a tutti i costi, considerato come idealità primaria ed esclusiva a cui aspirare, e insieme una riformulazione più articolata del suo concetto. La riflessione teologica ha qualcosa da dire in favore di un’antropologia pluridimensionale, che oltrepassi i vari tipi di riduzionismo, compreso quello economico (homo oeconomicus), e aiuti a considerare l’uomo come fenomeno complesso che si compie innanzitutto in un “bene-essere” che attraversa, ma anche oltrepassa, il puro benessere, confermandolo e insieme mettendolo in questione. Un “bene-essere” che pone la questione oggettiva del bene e del vero, oltre che quella psico-somatica del “sentirsi bene”.

Ricchezza e povertà: l’economia all’incrocio

Una critica del concetto classico, e ancora corrente, di benessere (essenzialmente concepito come possibilità di usare e godere dei beni, ovvero come ricchezza), mette in discussione anche la scontata valutazione unilateralmente negativa della povertà. Pensare e ridefinire i concetti di ricchezza e povertà, mostrandole non come alternative, bensì inclusive l’una dell’altra, è un momento essenziale di un’antropologia del “bene-essere” e di conseguenza principio di un nuovo modo di pensare l’attività economica. Quest’ultima ha bisogno di essere riconsiderata sotto la luce di una cultura del dono che implica l’esperienza del limite e la sua libera e consapevole accettazione. In questa prospettiva, la civiltà del consumo andrebbe riorientata come civiltà del “cum-sumere”, cioè della condivisione, che dia spazio anche all’aspetto simbolico del produrre-consumare. In questa cornice, può acquisire un valore economico la formulazione evangelica del “beati i poveri”.

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Irmi Seidl

La crescita economica su un pianeta finito – lo status quo e le prospettive

La presentazione tratterà i limiti del sistema Terra: essa presenterà i limiti planetari e l’attuale trasgressione di essi. Si presenteranno esempi che saranno arricchiti attraverso l’analisi di particolari problematiche. Inoltre, saranno introdotte diverse misure di misurazione della situazione ecologica (impronta ecologica, appropriazione umana della biomassa, ecc). La parte biofisica sarà completata con la situazione socio-economica: i tassi di crescita economica a livello globale, e per le diverse categorie di paesi, i flussi globali di risorse, le merci, le finanze e la migrazione, e le prospettive economiche. Infine, gli scenari dei “Limiti alla crescita” (1972) saranno confrontati con la situazione attuale. Questo aspetto sarà integrato con una valutazione delle politiche climatiche, gli obiettivi del Millennio o Interventi a favore del United Nations Environment Programme (UNEP).

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Dipendenza dalla crescita economica: come sbarazzarsene?

Dal 1950, i paesi dell’OCSE hanno raggiunto tassi di crescita notevoli, ma la crescita economica non sta dimostrando di essere una soluzione ai principali problemi sociali ed economici quali l’occupazione, il divario sociale, le finanze pubbliche, le politiche sociali e la distruzione dell’ambiente. Ci sono prove che tutti questi problemi sono aggravati dalla crescita economica e dalle politiche di crescita economica. Tuttavia, i politici, gli economisti, i media e rappresentanti delle imprese continuano ad aspirare alla crescita economica. Perché la fissazione sulla crescita economica è così forte, perché siamo dipendenti da essa? La motivazione è da ricercarsi nell’armonia della costante crescita con i nostri sistemi di sicurezza sociale, le imprese, il settore bancario e finanziario, i mercati azionari, il settore consumer, e le finanze pubbliche. Oltre ad una vasta gamma di politiche, tra cui il sistema fiscale, che si sostengono e sostengono la crescita economica. La presentazione dimostrerà queste proposizioni e presenterà punti di vista per suggerire da dove partire e quali cambiamenti avviare.

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